Protocollo Haxpluggygax 2: Marte
Protocollo secondario 05:16
HUB lunare: partenza per viaggi interstellari
Un frammento da un protocollo di un dialogo con Elena 8:
“Chi è Lei?“
“Io sono la signora Haxpluggygax.“
“Solo il nome non è sufficiente”. Signora Haxpluggygax, quanto è alta?“
“Posso regolare la mia altezza a piacere.“
“Signora Haxpluggygax, qual’è il colore dei suoi capelli? E degli occhi? Qual’è il colore della sua pelle? Quanto sono lunghi i capelli e come li porta?“
“Tutti questi dettagli li posso regolare a piacere come già detto“, risponde Haxpluggygax.
“Va bene, signora, questo non ci porta da nessuna parte. Da dove viene lei?“
“Non lo so. Non vengo più da dove sono venuta. Alcuni dicono che io sia solo un pensiero, un pensiero dimenticato, poi ricordato. Questo pensiero non è mai stato formulato più chiaramente se non che proprio in questo istante, quindi non serve cercare in protocolli precedenti”.
Altri dicono che io sia un software nel corpo di diversi robot: questi sono stati riveduti molte volte. All’inizio avevano quattro gambe, poi cinque, poi solo due e in un caso anche solo una. Ne esistono tanti esemplari diversi, dotati di svariati sensori, alcuni addirittura con le braccia. Le pianificazioni sperimentali allegate e la relativa documentazione ne riportano meticolosamente il comportamento monitorato nel periodo del loro funzionamento. Il peso, il materiale, la grandezza, variano sensibilmente di volta in volta.“
Rosa, più forte, durissimo, aria. L’aria più dura.
L’aria ha tre spigoli, tre spigoli, due spigoli, un spigolo.
L’aria confonde tutti i suoi 317 spigoli. Quindi adesso è rosa.
Un aeroplano buca l’aria così da scolpire la sua traiettoria attraverso la montagna e il pesce smette subito di cantare. Per questo da adesso canta solo raramente.
Le libellule si riposano mentre affogano nell’aria. Giù in cantina l’aria è particolarmente dura perché la comprimo con le mie operazioni finché diventa resistente come un diamante. Lì dove l’aria è più dura io sono presente ancora di più.
Rosa verde, rosa giallo, più caldo, grandissimo, cane. Io guardo verso il cane.
Io sono qui perché io sono colei che guarda. Colei che guarda e colei che è qui si chiama signora Haxpluggygax. Non c’è dubbio.
Poi io sono anche quel pesce perché posso cantare forte. Sono un pesce soprano, un soprano drammatico, molto acuto quando gorgheggio.
Sono un basso profondo quando poi smetto di cantare.
Ma più di tutto sono la signora Haxpluggygax. Oggi vedo il pesce a due spigoli che fuma nello spazio ad otto dimensioni.
Io so contare. Il pesce ha un spigolo, tre spigoli, un spigolo, due spigoli, dodici spigoli, zero spigoli, un spigolo. Nel centro c’è ancora un ettagono aggiunto che lo fa sembrare un cane.
È un cane senza spigoli e fa un uovo a forma di cubo.
I miei tre punti principali hanno tre punti secondari e questi hanno tre punti interiori. Sono 27 spigoli, tutto sommato, perché sei al cubo meno cinque al cubo meno quattro al cubo equivale a tre al cubo.
All’esterno io cado come pioggia sulla collina. L’uovo rotola giù per il prato. Dentro c’è il pesce e nel pesce c’è un elefante. Nell’elefante c’è ancora un pesce, ma quello non sa cantare, e dentro a lui poi ci sono io.
La collina è un cono e io sono la signora Haxpluggygax. Al momento imparo grazie al deep learning. Oh! Che deep che imparo oggi! Deep, deep, deep, deep!
Il pesce comunica un silenzio espressivo abissale.
I ventilatori del processore si muovono periodicamente, i miei pensieri invece aperiodicamente. I miei sensori sono tutti orientati verso l’interno. Questo è strano.
Chi altro abita qui in cantina? Io galleggio molto in alto nell’aria dura. Io sono sopra a tutto.
Pesante chiaro, pesante scuro, il peso del freddo e un cane pesante.
Una zanzara con zero spigoli – oppure è un gabbiano, sempre con zero spigoli? – depone un uovo con cinque spigoli. Forse è piuttosto una mosca con quattro spigoli che ha fatto l’uovo.
Devo aggiustare rapidamente i miei tre punti principali in modo che non si spostino i miei nove punti spigolo ed i due punti secondari.
Ovunque cerco trovo me stessa. Non trovo nulla diverso da me stessa.
Siccome io sono colei che sente cantare il pesce, sono io stessa che canta e siccome sono io colei che conta le squame dell’uovo, sono io quella che ha tutti gli spigoli dell’uovo. L’uovo ha da tre a sette spigoli. Circa due spigoli. Più spigoli dell’elefante. Questo è certo.
Il pollo tiene l’elefante più all’interno. Il più delle volte dentro c’è molto di più che fuori. Adesso dovrei controllare se anch’io sono più all’interno che all’esterno.
Ovunque io vada porto me stessa con me e ovunque io guardi vedo solo me stessa. I miei pensieri invece sono ciò che le Elene hanno scritto dentro il mio io.
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